9 aprile 2013

UN MISTERO TRA LE COLLINE


di Simona Gonzi

6 giugno 1981 - 6 giugno 2011: la stessa notte, a trent’anni esatti di distanza, e lo stesso drammatico evento, con protagonisti un padre e una figlia scomparsi nel nulla senza un motivo apparente...


 




Case Mezzadri, una manciata di case sparse sulle colline tra Salsomaggiore e Medesano, in provincia di Parma. 6 giugno 1981. Nel cuore della notte, l’agricoltore Prospero Zerbini esce di casa in pigiama e si avvia lungo un sentiero tra i campi e i boschi. Nessuno lo rivedrà mai più vivo, nonostante le accanite ricerche.





Esattamente trent’anni dopo, il 6 giugno 2011, sua figlia Flora -ormai novantenne- esce di casa in camicia da notte e inizia a camminare nella stessa direzione
(la notano due persone di passaggio che non danno troppa importanza alla cosa).
Il mattino dopo la badante di Flora allerta Carabinieri e Protezione Civile.






Le ricerche hanno subito inizio, e la Gazzetta di Parma mette in risalto l’incredibile coincidenza nella data della scomparsa di padre e figlia. Gli abitanti della zona sono allibiti e increduli: né l’uomo né la donna avevano mai dato segni di squilibrio mentale. Nulla spiega i motivi di quelle improvvise scomparse. Era come se entrambi avessero sentito un silenzioso richiamo, come se qualcosa che solo loro vedevano li avesse attirati verso... quale destinazione? Le ricerche proseguono per giorni, finchè il corpo senza vita di Flora Zerbini non viene trovato casualmente da un contadino. Anche in questo caso la stessa sorte del padre, i cui poveri resti erano stati scoperti dopo molti anni ai piedi di un albero, da un cacciatore. Il caso resta a tutt’oggi un mistero. La gente del posto continua a parlare di questa storia, con un’incredulità ancora viva. Nell’osteria a poca distanza dalla casa di Flora, chiusa e disabitata, tra un bicchiere di lambrusco e una mano di briscola gli anziani parlano di Prospero e di Flora, e si chiedono che cosa li avesse spinti verso quell’appuntamento con la morte. In queste terre l’imbarazzo nel farsi certe domande è cosa comune, per persone abituate a passare ore e ore a lavorare i campi in solitudine. Sicuramente dentro a quella solitudine ognuna di loro si chiede in silenzio la stessa cosa: cos’ha di particolare questa zona? Potrebbe toccare anche a noi di ritrovarci a camminare nella notte verso una destinazione sconosciuta?




E’ come se la terra, i campi, i boschi volessero -in certe notti particolari- reclamare i loro figli. Millenni fa, alcuni di questi boschi erano considerati sacri dai Celti, che adoravano la Madre Terra e compivano riti per ingraziarsela. Riti che si svolgevano in prossimità del solstizio d’estate (ai primi di giugno...) e comprendevano sacrifici di animali e forse anche di esseri umani. In quelle cerimonie erano evocati gli spiriti della natura, che potevano essere buoni o malvagi. Gli studiosi del mistero affermano che i boschi sacri conservano ancora oggi la memoria di quei riti, e che ancora oggi fra gli alberi si aggirano spiriti il cui nome è stato ormai dimenticato. Non sappiamo se sia davvero così, ma quel che è certo è che qui si respira un’atmosfera sospesa, in cui la vita procede con il ritmo immutabile della natura. In questo senso la notte in cui è scomparsa Flora è davvero la stessa notte in cui scomparve il padre, come se non fossero passati trent’anni. L’ultima domanda, forse la più inquietante su questa storia misteriosa è: visto che il cadavere di Flora Zerbini è stato ritrovato -per caso- a meno di tre chilometri da casa, nei pressi di un campo di grano, com’è possibile che le decine di persone impegnate nelle lunghe ricerche non lo avessero visto prima? All’opera, oltre a Carabinieri e Protezione Civile, c’erano anche unità cinofile, Vigili del Fuoco, elicotteristi e abitanti della zona. Una zona battuta da cima a fondo, più volte. Viene quasi da pensare che Flora e il padre fossero scomparsi nel nulla nel senso letterale del termine, per poi ricomparire ormai privi di vita. Che cosa è davvero accaduto? Come unica risposta, la quiete silenziosa delle colline...





BOX 1 - PROVINCIA MISTERIOSA

Le foto in questa pagina ci sono state fornite dalla Gazzetta di Parma, che ringraziamo (in particolare, il direttore Giuliano Molossi e il vice capo servizio Leonardo Sozzi). Il quotidiano seguì da subito il caso della scomparsa di Flora Zerbini, proprio come aveva seguito il caso della scomparsa del padre Prospero, trent’anni prima. Il format TV Mistero ha più volte citato casi come questi, da cui emerge una provincia italiana più misteriosa di quanto generalmente si pensi. Anche questo è uno dei segreti del successo del programma.




BOX 2 – L’AUTRICE

Simona Gonzi, laureata in filosofia e appassionata di cultura popolare, vive nelle vicinanze di Fidenza, l'antica Borgo San Donnino. Scrive per la Gazzetta di Parma.

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