23 dicembre 2014


Emilia Misteriosa 
Augura a Voi Tutti un Sereno Natale e uno Spumeggiante 2015!


19 novembre 2014

PARANORMALE, LA NUOVA FRONTIERA DELLA SCIENZA

di Simona Gonzi




Jim Tucker, professore di psichiatria e scienze neuro-comportamentali all’Università di Virginia, studia dagli anni settanta i casi “inspiegabili” che hanno a che fare con la mente e la coscienza. Nel prestigioso college di Charlottesville, in Virginia, Tucker dirige la “Division of Perceptual Studies”, meglio conosciuta come Dops. L’istituto venne fondato alla fine degli anni sessanta da un altro professore, Jan Stevenson, e ha come obiettivo “l’investigazione scientifica ed empirica di fenomeni che suggeriscono che le attuali assunzioni della scienza e le teorie sulla natura della mente o della coscienza possano essere incomplete”.
In pratica Stevenson, a costo di essere osteggiato ed emarginato dalla comunità accademica ufficiale, di cui faceva parte, creò una nuova branca di studi, convinto che la ricerca scientifica rigorosa possa -anzi, debba- essere applicata anche al paranormale. A metterlo al riparo dalla mancanza di fondi per la ricerca (da sempre gestiti dagli scienziati più tradizionalisti) fu Charles Carlson, l’inventore della xerografia, che lasciò 1 milione di dollari al Dops, probabilmente su richiesta della moglie, di cui era nota la passione per il paranormale. Che non sarebbe, dunque, qualcosa di slegato dalla realtà, ma semplicemente la definizione di quei fenomeni che non abbiamo ancora esplorato e compreso.
Il professor Tucker si occupa soprattutto di bambini che hanno ricordi nitidi che sembrano appartenere a persone vissute nel passato e a grandi distanze da loro.
Come James Leininger, che aveva solo due anni quando, nei suoi incubi notturni, sognava aerei colpiti che precipitavano. Di giorno ricordava di essere stato il pilota di un caccia, ma non era un racconto dettato dalla vivace fantasia di un bambino: James ricordava con precisione di essere stato a bordo della portaerei Natoma Bay, parlava di una sincera amicizia con un altro pilota, Jack Larsen e raccontava, nei particolari, la propria morte, dopo che il suo aereo era stato abbattuto dai giapponesi nel cielo di Iwo Jima. Dalle ricerche condotte dal professor Tucker sui racconti di questo bambino emersero risultati sconcertanti: i fatti a cui faceva riferimento il bambino erano realmente accaduti più di mezzo secolo prima, e nella battaglia di Iwo Jima effettivamente la portaerei Natoma Bay aveva perso un solo pilota. Si chiamava James Huston e veniva dalla Pennsylvania, quasi duemila chilometri lontano dalla casa del piccolo James, e le circostanze della sua scomparsa combaciavano perfettamente con il racconto del bambino, perfino nel nome del pilota dell’aereo in volo dietro di lui al momento dello schianto: Jack Larsen. “E' assolutamente impossibile che un bambino di due anni e mezzo possa aver assorbito in un qualche modo queste informazioni”, ha affermato Tucker, e nessuno ha potuto contraddirlo. Dunque, l'unica possibilità è che la personalità di James Huston sia sopravvissuta dopo la morte e sia entrata nel corpo di James Leininger. E' solo uno dei casi simili -oltre tremila!- studiati dal Dops, casi che riguardano sia adulti che bambini. Tra di essi, famoso il caso che ha avuto come testimone una psicologa, Carol Bowman, inizialmente scettica sugli studi compiuti dal Dops. Che la sia chiami personalità o mente o coscienza è impossibile, pensava la Bowman, che sopravviva alla morte per poi entrare in un altro corpo. Nonostante questo Carol accettò il consiglio di un collega di portare Chase, il proprio figlio, da Tucker, visto l'inspiegabile terrore del bambino per i fuochi artificiali. I bambini, si sa, adorano i fuochi artificiali. Chase Bowman, invece, reagiva correndo a nascondersi sotto al letto e urlando disperato. Tucker lo sottopose a ipnosi regressiva e il bambino rivelò una seconda personalità: in lui emersero infatti i ricordi di un soldato morto durante la Guerra Civile americana sotto un... bombardamento di mortai! I fuochi artificiali, dunque, gli facevano “rivivere” tale esperienza. Carol era esterefatta, anche perché nel punto del corpo in cui il bambino, sotto ipnosi, ricordava di essere stato colpito e ucciso da una scheggia metallica... bene, proprio in quel punto c'era una macchia rossa che il piccolo aveva fin dalla nascita. La Bowman smise di essere scettica, iniziò a credere nella reincarnazione, tanto che scrisse un libro dal titolo “Piccole anime senza tempo”. Il libro, che elencava tutta una serie di casi sconcertanti, divenne subito un best seller (ve ne consigliamo la lettura: al momento l'edizione italiana è purtroppo fuori catalogo, ma non è impossibile trovarla). Notare come nel titolo la Bowman usi il termine “anima”. Tucker e lo staff del Dops preferiscono parlare, appunto, di personalità e coscienza.
Questo non significa negare la possibilità della reincarnazione, ma lasciare aperto il campo anche ad altre spiegazioni. Sappiamo che i nostri pensieri sono energia elettromagnetica (oggi possiamo persino misurarne intensità e variazioni), e nulla esclude che questo campo di energia possa staccarsi dal corpo dopo la morte ed entrare nelle cellule di un altro essere umano, proprio come un campo elettromagnetico sotto forma di corrente scorre da una centrale elettrica fino alla nostra abitazione, illuminandola. E' ciò che accade ogni volta che schiacciamo un interruttore. Già, ma dov'è l'interruttore nei casi studiati dal Dops? E lungo quali fili invisibili la personalità si trasmette da un corpo morente a uno che sta nascendo? “I fili del destino”, li ha definiti qualcuno per sottolineare la casualità di questi eventi. Ma siamo sicuri che siano casuali? Forse tra gli esseri umani ci sono legami invisibili che la scienza non sa ancora “vedere”. Tucker e il Dops ci stanno provando, ignorando l'ironia che viene a volte fatta sui loro studi. C'è chi tira in ballo X-Files, chi afferma che un fenomeno può essere definito scientifico solo se è ripetibile, ma ovviamente non esistono esperimenti in cui si può inserire la stessa coscienza in più persone. A Tucker questo non importa. Gli scettici possono affermare ciò che vogliono, ma mancano di una cosa fondamentale: una spiegazione. E dunque le loro affermazioni lasciano il tempo che trovano. Diceva un altro grande studioso della mente, lo psicanalista Gustav Jung: “Non commetterò l'idiozia tanto in voga di considerare un falso tutto ciò che non riesco a spiegare”. Lo diceva negli anni cinquanta del secolo scorso, ma evidentemente il numero degli “idioti” non è diminuito, da allora. Fortunatamente, esiste anche la controparte, cioè accademici seri che, come Stevenson e Tucker, non hanno il paraocchi. Lo psicologo Jesse Bering ha scritto, sulla prestigiosa rivista “Scientific America”: «Non è per nulla scontato il fatto che il lavoro del Dops sia privo di senso» e si è chiesto perché i dati raccolti dall’Istituto non vengano presi più seriamente: «Forse che il nostro rifiuto anche di guardare a questi risultati, men che meno discuterne, sia riconducibile alla paura di sbagliarci?». Paura che è tutt'uno con quella di dover fare a meno di antiche certezze.
L'equipe del Dops non studia solo i ricordi di vite precedenti. Col tempo la sua ricerca si è allargata ad altri fenomeni inspiegabili, come le percezioni extrasensoriali o i casi di poltergeist.
Anche in questo caso, si tratta di fenomeni di cui nessuno può negare l'esistenza, e che sembrano sempre collegati alla mente umana. Banale ricordarlo, ma tutti noi sfruttiamo solo una minima parte delle capacità del nostro cervello. E' dunque proprio il cervello la nuova frontiera da esplorare, e dobbiamo essere grati al Dops perché ci sta provando, con assoluto rigore e serietà. Il motto di X-Files è: “La verità è là fuori”. In realtà potrebbe essere dentro di noi. 


L’articolo di Simona Gonzi è stato pubblicato sul numero 19 di Ottobre 2014 della rivista “Mistero”. Protetto da Copyright, pubblicato su questo sito per gentile concessione della redazione di “Mistero”, e degli amici Simona Gonzi e Ade Capone.

22 ottobre 2014

Macchinari, ruote dentate e turbine: un viaggio nell’Emilia preindustriale


Da Repubblica.it  (Articolo di Emanuela Giampaoli)





Ai fortunati visitatori, 150 in tutto, che oggi rimetteranno piede, per la prima volta da mezzo secolo a questa parte, nel Mulino di Bentivoglio, sembrerà di fare un viaggio a ritroso nel tempo. Un tuffo nell’Emilia preindustriale, quando l’arte molitoria significava cibo e il cibo significava ricchezza. L’Italia narrata dallo scrittore Riccardo Bacchelli nel suo libro più celebre: “Il Mulino del Po”. È oggi infatti il giorno in cui l’Associazione Amici delle vie d’acqua insieme all’amministrazione locale restituisce a Bentivoglio il grande impianto molitorio edificato sulle rive del canale Navile chiuso definitivamente nel 1975 dopo ben sei secoli di attività, dando il via a una serie di visite guidate che consentiranno di scoprirne la meraviglia. «Non un mulino qualsiasi — avverte Massimo Brunelli dell’associazione — ma una vera rarità, un patrimonio straordinario dell’archeologia industriale nazionale, poiché si tratta di uno dei pochissimi esemplari che ha conservato intatti al suo interno macchinari, ruote dentate, setacci e oggetti che alimentavano turbine e prese di forza motrice». Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato al 1975, quando dopo sei secoli di attività dovette cedere, seppur a malavoglia e in ritardo, all’incedere del progresso. «Polvere a parte — osserva Brunelli — tutto è come era stato lasciato. Come cristallizzato, tanto che basterebbe poco per farlo rientrare in funzione. I nostri volontari lo hanno risistemano e ora è di nuovo aperto al pubblico». Per la gioia dei tanti che si sono iscritti ai primi tour guidati, già sold out quelli per oggi, ma si potrà recuperare nelle giornate dell’11, 22 e 26 ottobre prenotando per tempo (tel. 347 5140369; segreteria@amicidelleacque. org). «Per due ore — prosegue Brunelli — accompagneremo i visitatori a ripercorrere l’intera filiera produttiva del mulino e dei suoi 3500 metri quadrati con macchinari che risalgono ai primi del Novecento. Anche se il mulino è stato attivo senza interruzione fin dal 1400 servendo tutta la zona. All’epoca i mulini erano il cardine dell’attività economica della bassa pianura bolognese, tanto che il signore di Bologna, Giovanni II Bentivoglio, ne possedette ben 16». Nel 1817 il vasto complesso che comprendeva oltre al mulino, granai, botteghe e l’immancabile osteria passò poi alla famiglia Pizzardi che ne affidò la risistemazione ad Alfonso Rubbiani. «Durante la visita — aggiunge Brunelli — ci allunghiamo anche alle stanze affrescate di Palazzo Rosso, normalmente chiuse al pubblico, dove si possono ammirare i disegni del Rubbiani». È qui che visse l’ultimo proprietario, il marchese Carlo Alberto Pizzardi, cui si deve l’ultima importante opera di modernizzazione del mulino. Che però nulla poté contro la modernità.

13 ottobre 2014

UNA NOTTE DA BRIVIDI - Relazione dell'Evento al Castello di Varano de' Melegari.






Relazione dell'Evento Pubblico del 20/09/2014

Castello Pallavicino Varano De' Melegari (Parma)

Ricercatori :

Emilia Misteriosa : Alessandro Appiani, Andreha Rivi, Erika Catellani, Gloriana Astolfi, Attilio Pierallini

P.A.R.I./S.E.R.P. : Lorenzo Righetti, Mauro Breme 


GhostHunter.it : Marco Pessina







Organizzazione gruppi di Ricerca :


L'indagine si è svolta con il supporto del pubblico intervenuto alla serata
Le persone sono state divise in tre gruppi (arrivati negli orari pre-scelti) e ognuno di questi suddivisi a sua volta in due squadre.
Strumenti di Ricerca di vario genere sono stati consegnati ai partecipanti che hanno potuto in questo modo provare e comprenderne l'uso in prima persona, come avviene in una Ricerca sul Paranormale
Le persone sono state accolte e fatte accomodare nella Sala d'Onore per una breve introduzione della serata, coadiuvata anche da un filmato di Marco Pessina.
Nella stessa stanza è stata installata anche la Regia e un kit di telecamere di videosorveglianza all'infrarosso che registrava ogni nostro spostamento.





Le “indagini” :

Le tre indagini dimostrative hanno seguito tutte il medesimo percorso, illuminato esclusivamente da candele.
A tutti i partecipanti è stato gentilmente chiesto di spegnere i telefoni cellulari ed eventuali dispositivi elettronici prima di iniziare l'esperienza, onde evitare interferenze con gli strumenti utilizzati.
Le indagini sono iniziate dal primo piano, per poi salire nei camminamenti e concludersi nei sotterranei.




Avvenimenti :

Tutti e tre i gruppi hanno vissuto esperienze interessanti
I rilevatori di onde elettro-magnetiche si sono attivati più volte.
Vi è stato un tentativo di interazione con le “Entità” porgendo le domande di rito e in qualche caso ottenendo presunte risposte tramite l'accensione degli strumenti utilizzati.

Non sono mancate le sensazioni personali: una signora ha avvertito qualcosa che la toccava da dietro, mentre un ragazzo di un altro gruppo avvertiva un peso allo stomaco con difficoltà respiratorie.




Esperienze delle Sensitive :


Erika Catelani 


“Già appena arrivata ed entrata nel cortile il Castello si è presentato molto pesante, molto di più della prima volta che era stato davvero leggero.

Prima che arrivassero tutti ho fatto un giro al primo piano avvertendo delle strane sensazioni nella camera della "bottiglia di coca-cola", nel corridoio e nella stanza del camino.
Una volta tornata con i gruppi, la stanza del camino è stata quella in assoluto più pesante. Il luogo più pesante della stanza era l'angolo a sinistra del camino (avendo il camino di fronte), in quel punto mi girava la testa. Più rimanevo in quella stanza più la sensazione di non essere accettata aumentava, ed aumentava la pesantezza della presenza che cercava di allontanarci prima possibile da lì. Mi sentivo davvero molto inquieta come se stesse accadere qualcosa di spiacevole tutto causato dalla nostra semplice presenza.
Salendo poi le scale che portavano ai camminamenti la sensazione è continuata come se la presenza seguisse il gruppo. Dopo aver girato due volte si passava davanti ad una stanza chiusa da transenne. Appena sono arrivata davanti all'apertura ho avvertito una sensazione di pericolo, come se qualcuno fosse pronto ad attaccare. 
Nei sotterranei la sensazione è continuata, fino a raggiungere il suo apice nell'ultima stanza in fondo chiusa dalle grate dove ho avvertito un sordo ringhio. La sensazione è continuata anche quando è arrivata Gloriana. Non abbiamo fatto la canalizzazione provando entrambe sensazioni estremamente negative.
Non è facile essere obiettiva visto che molto è stato sicuramente scatenato dalla presenza di una persona in particolare che c'era nel secondo gruppo che ho accompagnato.”


Gloriana Astolfi

“Per quanto mi riguarda ecco le mie sensazioni, avvalorate anche da Attilio. Concordo con Erika per quanto concerne la forte sensazione di negatività e rifiuto da parte di una presenza nella stanza del camino, presenza che ho anche percepito seguire il gruppo durante la visita. Aggiungo inoltre che quando il K2 e' stato consegnato a partecipanti del nostro gruppo, ha dato segnali continui ed inequivocabili fino alla spia rossa sia nella prima stanza, che quella del camino che in un punto preciso (che avevo già in precedenza segnalato ad Andreha) sui camminamenti. 
Tengo a precisare che dopo le segnalazioni del K2, su richiesta di Andreha, abbiamo passato lo strumento su tutti i cavi. Non c'è stata nessuna alterazione da parte di quest'ultimo, mentre riportandolo nelle posizioni in cui aveva segnalato, ha ripreso ad indicare le stesse anomalie precedenti.”







Conclusioni :

Prima di iniziare le indagini sono stati controllati tutti gli impianti elettrici. I cavi di alimentazione corrono lungo le pareti e appaiono cablati in malo modo ma dopo un accurato controllo abbiamo preso atto della conformità e schermatura di tutti gli apparati, cavi, lampade, interruttori, prese etc., in linea con le normative vigenti sulla sicurezza nei locali pubblici.
Durante le indagini i rilevatori di onde elettro-magnetiche si sono attivati più volte ma dopo attente verifiche e controlli sui filmati della serata possiamo affermare quasi sicuramente che le oscillazioni dipendevano da uno o più cellulari che in buona fede e sbadatamente non erano stati spenti da alcuni amici intervenuti alla serata.
Le sensazioni personali vissute da due persone (la signora e il ragazzo di due gruppi differenti), potrebbero con molta probabilità essere attribuite a suggestioni dovute a diverse fattori. La presa in coscienza di indagare in prima persona, il buio e l'uso di candele per segnare il tracciato, potrebbero aver contribuito in modo attivo alle sensazioni.
Altra spiegazione razionale, per il caso della signora che si è sentita toccare, potrebbe essere legata al materiale sintetico della giacca indossata che, venendo a contatto con l'abbigliamento acrilico, avrebbe potuto innescare piccole scariche elettro-statiche, dando al soggetto la sensazione di essere sfiorati.
Nel secondo caso (il ragazzo), la difficoltà a respirare e il peso allo stomaco potrebbero derivare da una lieve sensazione di soffocamento dovuta dal profumo rilasciato dalle candele e dal locale di medie dimensioni con presenti al suo interno diverse persone .
I controlli eseguiti su tutto il materiale raccolto non hanno messo in evidenza nessun fenomeno di rilievo. Nelle foto vi sono solamente molti effetti di “Ghosting” (trascinamento delle immagini) dovuti ai lunghi tempi di scatto impostati sulle fotocamere necessari in ambienti con bassa illuminazione, in modo tale da catturare la poca luce presente. Come contro questa tecnica ha la problematica delle foto mosse, facendole sembrare “anomalie” e l'occhio poco esperto potrebbe confonderle con dei “Fantasmi”. 
Due foto in particolare hanno delle evidenti e curiose “anomalie” fotografiche dovute alla tecnica di qui sopra e ai “Lens Flare” (riflessi) causati dall'illuminatore Full Spectrum della videocamera; in un caso la luce ha incontrato una superficie riflettente (degli occhiali) e nell'altro vi è una sovraesposizione della persona davanti all'illuminatore, creando così una “figura” particolare diversa dal contesto.

Ringraziamenti :

Si ringrazia il Comune di Varano De' Melegari e la Cooperativa Sociale ONLUS “Lasse” per la disponibilità, e tutti gli amici che hanno partecipato e indagato con interesse ed entusiasmo.

EMILIAMISTERIOSA