15 aprile 2013

EMILIA MISTERIOSA ALLA SCOPERTA DEL CASTELLO E DELLA PIEVE DI CAVRIANA, DELLA ROCCA E DELLA CHIESA OSSARIO DI SOLFERINO


Di Panni, Bragadini e Appiani


In occasione della festività di Pasqua, il nostro gruppo ha promosso una trasferta fuori dai confini emiliani per andare alla scoperta di alcuni interessanti luoghi della vicina provincia di Mantova.
Tra le finalità della nostra associazione, oltre all’approfondimento di temi e luoghi legati al mondo del mistero della nostra regione, è anche quella di andare alla scoperta di luoghi che potremmo simpaticamente definire “vicini di casa”. Anche con l’obiettivo di valorizzarli, promuoverli e farli conoscere ad un pubblico più vasto.





La visita ha preso il via da Cavriana, caratteristico borgo lombardo che sorge su una delle colline meridionali dell’anfiteatro morenico del Garda. Un paese dall’origine molto antica. E’ citato infatti nell’inventario dei beni del Monastero di Santa Giulia (958) ed in un diploma imperiale di Enrico II. La prima fase di fortificazione del borgo si fa risalire all’epoca della dominazione dei Canossa, successiva a quella della Curia mantovana e terminata nel 1115 d.C., con la morte della Contessa Matilde. Il castello, di proprietà prima dei Riva e poi negli ultimi decenni del XIII sec. dei Bonacolsi, nel 1328 passò alla famiglia Gonzaga, la quale riuscì ad impadronirsi prima di Mantova e poi di Cavriana. La posizione strategica e l'amenità del luogo lo resero la residenza extraurbana prediletta dai Gonzaga. Teatro degli scontri fra i Visconti ed i Gonzaga, nel corso dei secoli fu al centro di ampliamenti, distruzioni e rifacimenti. Se un tempo era la più ampia fortificazione dello stato mantovano, nel 1650 venne dichiarato ufficialmente “decaduto” dal governo gonzaghesco. Nel 1707, dopo la caduta dei Gonzaga, l’Austria, nuovo governante, determinò l’abbattimento della rocca che versava in condizioni fatiscenti. Parte del materiale ricavato fu utilizzato per la costruzione della vicina Villa Mirra, che ospita il Museo Archeologico dell’Alto Mantovano, importante realtà culturale in cui sono custoditi reperti venuti alla luce nel territorio, risalenti anche al’epoca preistorica. Fra questi anche le celebri ed antichissime “tavolette enigmatiche”, da tempo oggetto di studi ed al centro, nel 2010, di una rilevante mostra internazionale. Il museo, da noi, nel pomeriggio di Pasqua, è stato trovato chiuso: cosa da considerare quantomeno singolare per un giorno festivo e, ancor di più, per un evento come la Pasqua che, notoriamente, richiama numeri significativi di turisti.





Tornando al castello, oggi, a testimonianza dell'antico maniero rimangono i ruderi della cinta muraria, una delle porte di accesso e una torre di avvistamento e difesa trasformata in campanaria (a servizio della chiesa parrocchiale) nel XVII secolo. E' dimostrato che il complesso fino a metà del XVII secolo era dotato di fortificazioni, con torri, muraglioni merlati e ponte levatoio. Il fortilizio era abitato, con al suo interno un oratorio del XII secolo a servizio della corte e denominato S. Biagio in Castello.
Da evidenziare anche che un importante intervento di restauro terminato nel 2004, ha portato al consolidamento di consistenti brani della cinta muraria e alla riapertura del collegamento tra la principale piazza del centro storico e l’area delle ex abitazioni della rocca.

Cavriana ed il suo castello sono anche al centro di una curiosa leggenda, quella della Capra d’oro, da cui trae spunto l’omonimo Palio che si tiene dal 1998. Secondo quanto viene tramandato, una Capra d’oro, da secoli, si troverebbe sepolta sotto il maniero, per tantissimo tempo cercata da numerose persone. Un tesoro, quindi, che tutti bramavano, e che alla fine venne alla luce (ma c'è chi sostiene che tra le mura del maniero sia ancora nascosto il vero tesoro) durante alcuni lavori di scavo. Il ritrovamento, dopo secoli di bramose ricerche, creò invidie, gelosie, rivendicazioni. In breve i rioni dell'antichissimo borgo e perfino le frazioni attorno rivendicarono il diritto di proprietà della preziosa statua.
Le lotte e i dissapori turbarono l'operosa e tranquilla vita dei cavrianesi che alla fine cercarono un accordo soddisfacente per tutti: fu deciso all'unanimità di far disputare una corsa di capre. Ogni rione e ogni frazione si sarebbe scelta una capra campione e l'avrebbe fatta correre nella gara annuale prevista per i primi di luglio: la contrada vincitrice avrebbe conquistato come premio il diritto di custodire per un anno il prezioso cimelio. Che sarebbe stato rimesso in palio l'anno successivo. Ecco quindi che il Palio della Capra d'oro si tiene quest'anno il 5 luglio in piazza San Sebastiano.







Subito dopo la visita ai resti del castello, il nostro gruppo si è spostato all’antico santuario “Madonna della Pieve”, situato appena fuori dal centro storico. Si tratta della prima chiesa parrocchiale di Cavriana, d’impianto romanico, dedicata alla Madonna Immacolata. Su una tegola romana posta esternamente si legge “M N D” che sta per “Maria Nostrae Dominae” e “MCX”: evidente data della costruzione. Con ogni probabilità venne costruita dai frati benedettini dell’abbazia di Leno (Brescia), proprietari all’epoca di una vicina corte, con materiale laterizio tratto da una località vicina dove esisteva, in epoca romana, una fornace. All’interno si trovano resti di affreschi dei secoli XI e XII, mentre il portale è del 1332, Molto probabilmente è contemporanea ad esso l’immagine della Madonna scolpita e collocata nel catino absidale centrale e da sempre considerata fra le più antiche ed importanti sculture del Mantovano. Sotto il manto della Santissima Vergine (qui comunemente chiamata Santa Maria Nova) sono raffigurati, forse, i componenti della Compagnia Confraternita della Santissima Concezione, che risulta essere esistita anticamente presso la chiesa. Nell’area esterna di pertinenza del sacro edificio, impreziosita dai suggestivi cipressi, tra le altre cose si trovano un antico pozzo ed una stele commemorativa rimasta a ricordare la battaglia risorgimentale fra le truppe di Napoleone III e gli austriaci, combattuta proprio sul colle in cui sorge la pieve.








Nel corso dello stesso pomeriggio ci siamo quindi spostati a Solferino, per la visita alla Rocca e alla Chiesa Ossario. In cima al colle più alto del paese, conteso dagli Austriaci all'esercito francese alleato dei piemontesi nella celebre battaglia del 24Giugno 1859, sorge la maestosa costruzione di 23 metri di altezza, risalente al 1022. Definita "La Spia d'Italia" per la sua posizione strategica , è circondata da un ampio parco. Nella torre, acquistata e ristrutturata dalla Società Solferino e San Martino, si conservano cimeli rinvenuti sul campo di battaglia. All'interno e lungo la rampa lignea che porta alla terrazza panoramica, sono altresì esposti documenti relativi alla storia della Rocca ed alla zecca dei Gonzaga di Solferino. Prima di giungere sulla terrazza si apre una grande sala in cui campeggiano i ritratti di Vittorio Emanuele II e di Vittorio Emanuele III e che per questo è denominata "Sala dei Sovrani" . Dalla terrazza della Rocca si può godere lo stupendo panorama della rigogliosa campagna sottostante e vedere in lontananza, verso il nord, la Torre di San Martino, distante circa 10km ed il lago di Garda ed al sud le prime propaggini appenniniche, Castiglione delle Stiviere e la vasta pianura padana fino alle prime propaggini degli Appennini.





A breve distanza si trova la Chiesa-Ossario, dedicata a San Pietro in Vincoli, a sua volta di proprietà della Società Solferino e San Martino. Sul lato sinistro dell'ingresso si trova un busto bronzeo di Napoleone III collocato in occasione del centenario della morte dell'Imperatore, mentre sulla destra, vi è una piccola piramide di pietra che ricorda il generale francese Auger ferito il 24 giugno a Cà Morino e quindi morto a Castiglione delle Stiviere. Sulla facciata della chiesa campeggiano due mosaici raffiguranti, l'uno, San Pietro e l'altro il Redentore, sovrastati da una statua della Madonna con ai lati due angeli della Resurrezione. All'interno, nell'abside, sono custoditi 1413 teschi ed innumerevoli ossa dei 7mila caduti della battaglia del 1859. Cinque busti di altrettanti generali francesi che caddero sul campo nella Campagna d'Italia si fronteggiano all'ingresso del tempio.










TESTI DI PAOLO PANNI

FOTO DI ALESSANDRO APPIANI, GIOVANNA BRAGADINI E PAOLO PANNI



Fonti bibliografiche e sitografiche

Parrocchia di Cavriana, “Madonna della Pieve – Santuario delle Colline Mantovane”

www.reggedeigonzaga.it

www.lombardiabeniculturali.it

www.universitaeuropeadiroma.it

www.comune.cavriana.mn.it

www.paliodellacapradoro.it

www.prolocosolferino.it

www.solferinoesanmartino.it

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