23 aprile 2013

TRA MISTERIOSE SIMBOLI E CUNICOLI. A ROCCAPREBALZA, DOVE LA VITA SEMBRA ESSERSI FERMATA AL QUATTROCENTO


di Paolo Panni


Roccaprebalza è un minuscolo borgo che sorge alle porte di Berceto (PR). In gran parte caratterizzato da modeste, semplici abitazioni quattrocentesche, sembra essersi in qualche modo fermato a quella epoca.



Diverse di queste strutture conservano pregevoli portali decorati, in architrave, con misteriose raffigurazioni simboliche. Raffigurazioni semplici, talvolta piuttosto rudimentali.


Chi le ha lasciate? Per tramandare o testimoniare che cosa? Ci sono, soprattutto croci, ma anche croci rovesciate ed altri simboli. Forse qualcosa che possa richiamare all’esoterismo? E perché, per lo più, lasciate esattamente sopra i portali di accesso delle antiche abitazioni? Sembra essere assai difficile trovare una risposta adeguata a giustificare queste raffigurazioni, realizzate molto probabilmente nel medesimo periodo. Ma a significare che cosa?
                 


Quasi in fondo al paese sorge l’antica chiesa. Un modesto, ma suggestivo sacro edificio al cui interno si trovano, al di sotto della pavimentazione, antiche sepolture. Lo evidenziano, chiaramente, anche alcune lastre tombali, una delle quali decisamente inquietante, sulla quale compare un teschio, posta nella nata centrale, quasi all’ingresso della chiesa.
                    

Ed è certa anche la presenza di misteriosi cunicoli sotterranei, che un tempo collegavano chiesa, “caminata” e castello. Cunicoli pressoché inesplorati. Che cosa celano? Erano utilizzati soltanto come semplice via di fuga? E perché, come attestano anche le documentazioni storiche, una così fitta rete di sotterranei? Tutti interrogativi ai quali, per il momento, è difficile dare una spiegazione e che rendono ancora più misteriose le vicende di questo piccolo borgo dell’Appennino.
Come sottolineato questi cunicoli, collegavano anche al castello. Dell’antico maniero restano oggi solo poche, povere tracce di mura, a poche centinaia di metri dalla chiesa, lungo la collinetta che sovrasta l’abitato.




Il maniero esisteva certamente prima della contesa tra autorità civile e religiosa del 1219/1221. Fu di proprietà vescovile prima e della nobile famiglia dei Rossi, poi. Dal 1666 passò quindi alla Camera Ducale che investì i Boscoli ed i Tarasconi Smeraldi. Se del maniero non restano che pochi ruderi, resta invece ben evidente, a due passi dalla chiesa, un ampio portale ad arco: quello che un tempo delimitava l’accesso al castello.

              

Certamente sarebbe auspicabile un intervento di ricognizione al fine di valutare lo stato di conservazione dei cunicoli, la loro eventuale percorribilità, facendo anche luce su ciò che vi si trova conservato.

TESTI E FOTO DI PAOLO PANNI

Fonti bibliografiche e storiografiche:
G.Capacchi, “Castelli Parmigiani”, Silva Editore, 1997.
G.Finadri, “Castelli sconosciuti del Parmense”, Stamperia Scrl 2012.

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