15 marzo 2013

MISTERIOSE PRESENZE E SIMBOLI ESOTERICI AL CASTELLO DI PADERNA (PC)


di Paolo Panni










Adagiato nella pianura Piacentina, il suggestivo castello di Paderna è il tipico complesso castrense di pianura. Le prime notizie certe di questo luogo portano la data del primo dicembre 817, ma la struttura attuale è frutto dei poderosi rimaneggiamenti e rifacimenti avvenuti nel corso dei secoli. Appartenuto a lungo ai monaci benedettini del poco distante monastero di San Savino (cacciati poi dal complesso monastico, da papa Alessandro IV, a causa della loro condotta poco ortodossa), presenta una forma quasi trapezoidale orientata secondo i punti cardinali ed è diviso da un muro trasversale in una parte residenziale più antica ad est e in una parte agricola ad ovest.
E’ interamente circondato da un vecchio fossato alimentato dall’acqua risorgiva della Fontana del Giudeo, esattamente come nell’antichità e presenta elementi di particolare interesse come la torre d’ingresso quadrata, munita alla sommità di apparato a sporgere e sui quattro lati di archibugere, dotata di duplice ponte levatoio di cui restano le sedi dei bolzoni; la poderosa torre quadrata cosiddetta nell’acqua, eretta nel fossato esternamente al castello, che si sviluppa su quattro piani collegati da una scala ricavata nel muro ma, soprattutto, la Chiesa di Santa Maria, unica testimone del “castrum” del IX secolo, in origine isolata e poi inglobata in altri edifici.








  

L’oratorio, da tempo sconsacrato e dedicato a S.Maria, ha pianta quadrata a croce greca, divisa da quattro colonne centrali in nove campate coperte da altrettante crociere; le colonne risultano composte da segmenti di colonne romane. Si tratta di un luogo ricco di fascino in cui vi sono simboli e tracce che richiamano, in modo anche piuttosto evidente, al mondo dell’esoterismo. Da evidenziare che una delle colonne ha come base un capitello corinzio rovesciato di epoca imperiale, un’altra poggia su di una pietra miliare dell’epoca di Massenzio. E già questi elementi richiamano a significati esoterici.







Ma non è finita. Infatti va notato come la chiesa in questione sia, a tutti gli effetti, un cubo perfetto iscritto in un cerchio secondo le regole di Marco Vitruvio Pollione (l’autore dell’enciclopedico trattato “De Architectura Libri Decem” e la cui influenza sulla storia dell’architettura è universalmente riconosciuta), con l’orientamento ad Est, volto quindi, al solstizio d’inverno con misure che sono tutte multipli di 3. Al centro della stessa è inoltre stato misurato, più volte, un potente campo magnetico naturale. Il “3” , come noto, proprio per il suo alto valore esoterico ha sempre occupato un posto molto rilevante sia nei diversi culti religiosi che nella tradizione iniziatica occidentale ed orientale. Presente sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, è il numero sacro e filosofico per eccellenza, simbolo dell’Essere supremo e della Sintesi spirituale. Gli antichi ritenevano fosse il simbolo della perfezione; addirittura Dante, attorno a questo numero, e sui suoi multipli, costruì nientemeno che la Divina Commedia. Nel Cristianesimo assume inoltre vari significati. Va ad indicare sia la Sacra Famiglia di Nazareth che, ovviamente, la Trinità. E tre sono anche, come risaputo, le Virtù Cardinali su sui si fonda la perfezione della vita umana, vale a dire: fede, speranza e carità. Senza dimenticare che tre sono anche i principi fondamentali su cui si fonda l’opera della trasmutazione: zolfo, sale e argento vivo, ossia mercurio. Il tre, lo ricordiamo, è il simbolo del ternario, la combinazione di tre elementi. Ed il ternario è proprio uno dei simboli maggiori dell’esoterismo. Primo numero dispari, poiché l’uno non è considerato un numero, il tre è profondamente attivo e possiede una grande forza energetica (da qui, la presenza, al centro della chiesa, di un potente campo magnetico naturale?). È il simbolo della conciliazione per il suo valore unificante. Infatti tanto il due separa, quanto il tre riunisce. La sua espressione geometrica è il triangolo, simbolo esemplare del ritorno del multiplo all’unità: due punti separati nello spazio, si assemblano e si riuniscono in un terzo punto situato più in alto.






 Inoltre il rapporto della triade con l’unità può essere espresso da un triangolo equilatero, ovvero dall’identità del tre, dove in ognuno dei tre angoli diversamente indicati è data ogni volta la triade intera. È il primo numero di armonia, di soluzione del conflitto dualistico, ed è per questo considerato un numero perfetto. Il tre apre la strada della mediazione e permette di uscire dall’antagonismo, superando la visione parziale e riduttiva del dualismo, poiché due elementi non possono essere conciliati che con l’ausilio di un terzo elemento. La triade sintetizza i poli opposti della dìade. Il tre è dunque numero simbolo di vitalità e radice di ogni ulteriore estrinsecazione delle operazioni dell’Uno nell’alterità del molteplice. Nella mitologia e nel culto è l’espressione della Trinità (una riunione di dèi in gruppi di tre), come simbolo dell’unità sostanziale.



Sembra inoltre, da quanto si è potuto appurare, che questa ultramillenaria e minuscola chiesa sia stata fatta costruire da Giovanni Filagato greco nato a Rossano Calabro: borgo in cui esiste un’altra chiesetta identica. Ma questa di Paderna è appunto ricca di materiale insolito come il capitello corinzio rovesciato e la pietra miliare dell’epoca di Massenzio. E proprio in merito alla figura di Giovanni Filagato occorrono alcune considerazioni dal momento che si tratta di un personaggio che ha scritto importanti pagine di storia e, allo stesso tempo, potrebbe essere anche all’origine dei misteri che riguardano la chiesetta di Paderna. Dilagato fu il primo maestro dell’Imperatore Ottone III e dell’Imperatrice Teofano. Fu Abate di Nonantola e Vescovo di Piacenza ma, soprattutto, fu nientemeno che antipapa col nome di Giovanni XVI, dal 997 al 998 (eletto dall’aristocrazia romana, in contrasto col legittimo Gregorio V, cugino dell’imperatore Ottone III). Deposto poi dal concilio e spogliato delle insegne pontificali, fu messo su una giumenta e spinto per le vie di Roma sotto gli insulti del popolo. Nel maggio del 998 cadde nelle mani dei soldati imperiali e fu gettato in prigione, mutilato, accecato e seviziato in tutti i modi. Morì in carcere, dove rimase 15 anni, nel 1013.






Tornando alla chiesetta (dove è lecito supporre che, durante il suo episcopato a Piacenza, Giovanni Filagato mise i piedi e, forse, celebrò), nelle pareti sono inoltre incavate dodici (altro multiplo di tre) nicchie semicircolari e rettangolari alternate ed una nicchia ad est è decorata con un affresco del 1400 raffigurante la Madonna col Bambino. Il famoso critico d’arte Vittorio Sgarbi l’ha identificato come un gotico fiorito,collocabile intorno al 1380. Da evidenziare che l’opera contiene anche croce, una palese croce templare. Ma chi avrebbe osato a quell'epoca? E perchè? E’ lecito supporre che se tutto l’insieme venisse “decifrato” e approfonditamente studiato da qualche esperto ne emergerebbe un forte messaggio esoterico.





E in questo antico complesso castrense non sembrano affatto mancare le presenze misteriose. Da sempre si narra di un Confalonieri rinchiuso proprio qui, dopo esservi stato trasportato dal Castello di Turo. In favore di questo Confalonieri, nel 1317 venne addirittura portata un’istanza al Papa. Secondo la leggenda pare che, per ottenere la libertà, egli dovesse rivelare i termini di una congiura di cui era a conoscenza , ma venne sgozzato prima di riuscire a rivelare alcunchè e le sue urla si udirono “a un tiro di balestra....”. Qualche anno fa, nel corso di scavi effettuati nel castello, venne rinvenuto uno scheletro, completo, ma privo proprio della testa. Che fosse quello del Confalonieri? Da secoli si dice che la sua ombra vaghi fra le mura del castello e più volte sia i proprietari che i loro ospiti ed inquilini hanno chiaramente udito urla strazianti, rumori di passi e cigolii di porte. In qualche occasione è stata notata anche una figura alta, vestita con una tunica. Forse un monaco? Potrebbe anche essere dal momento che questo luogo, nei secoli passato, fu dei benedettini del monastero di San Savino prima di passare, nel 1453, al nobile Melchiorre Marazzani di Rimini.




Da sottolineare che, anche recenti indagini di carattere paranormale, compiute da gruppi di esperti del settore, sia nelle torri, che nei sotterranei (dove si trovavano le prigioni) ma, soprattutto, nella vecchia chiesa sconsacrata, hanno fatto emergere situazioni inquietanti. Con l’ausilio di sofisticate e moderne attrezzature sono state chiaramente segnalate forti energie. Nella vecchia chiesa si sono registrati i fenomeni più inquietanti, con energie in movimento, specialmente attorno alle colonne, ma anche accanto all’altare e alla navata. Da moltissimo tempo il vecchio oratorio non è officiato e qui, sempre nel corso delle indagini eseguite, sono state segnalate anche torce e videocamere che si sono scaricate improvvisamente e luci che si sono spente da sole. Non è affatto escluso che, come spesso accade nei luoghi infestati, l’energia presente nelle apparecchiature sia stata assorbita dalle presenze inquietanti di questo luogo ricco di fascino: e di mistero.





FONTI BIBLIOGRAFICHE, SITOGRAFICHE E STORIOGRAFICHE


darkgothiclolita.forumcommunity.net

www.castellodipaderna.it


www.castellidelducato.it

www.ghosthuntersteam.it 

 
www.centrostudivetruviani.org

www.romanoimpero.com

www.treccani.it

www.wikideep.it

www.sapere.it

www.maremagnum.com



LE FOTO DEL CASTELLO SONO TUTTE DI PROPRIETA’ DI PAOLO PANNI. PER UN LORO UTILIZZO E’ NECESSARIO PRENDERE CONTATTO CON L’AUTORE.

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