8 ottobre 2013

“I CASTELLI DEI ROSSI NEL PARMENSE”: UN VOLUME CHE VA ALLA SCOPERTA DI ALCUNI DEI PIU’ AFFASCINANTI E MISTERIOSI LUOGHI DEL PARMENSE.




di Paolo Panni

 



Trecentosessanta pagine per andare a conoscere alcuni dei più leggendari e misteriosi manieri del Parmense. Un viaggio inedito, attraverso 25 castelli: tutti possedimenti della nobile famiglia Rossi, uno dei più potenti Casati che il Parmense abbia mai avuto. E’ da poco sbarcato, nelle librerie, edito da Toriazzi, il libro “I Castelli dei Rossi” nel Parmense, curato dalla giovane archeologa medesanese Silvia Cerocchi.






Il volume, tra scoperte archeologiche e documenti inediti, è divenuto realtà in un anno non casuale. Quello in cui ricorre il sesto centenario della nascita del grande condottiero Pier Maria Rossi, il più insigne esponente della nobile famiglia. E spazia attraverso 25 manieri, dalla pianura alla montagna; da quelli più famosi, ed aperti al pubblico, come Torrechiara, San Secondo, Berceto, Noceto, Felino e Roccabianca a quelli meno conosciuti, ridotti a ruderi, magari a pochi brandelli di mattoni, se non addirittura materialmente scomparsi (e dei quali, a maggior ragione, è importante raccontare per far sì che, comunque, la memoria non venga meno); E sono quelli di Beduzzo, Pugnetolo, Corniglio, Graiana, Basilicanova, Bosco di Corniglio, Neviano de’ Rossi, San Vitale Baganza (che è addirittura da tempo in vendita), Segalara, Roccaprebalza, Corniana, Bardone, Roccalanzona (uno dei più misteriosi, al quale abbiamo per altro dedicato un servizio su questo blog), Fornovo, Castel Maria di Carona, Sant’Andrea Bagni, Rivalta, Castrignano e Lesignano dè Bagni.

“Seicento anni fa, esattamente il 25 marzo del 1413 – scrive la stessa Silvia Cerocchi - a Berceto nasceva Pier Maria Rossi, uno dei personaggi più significativi della nobile famiglia. Ho colto questa ricorrenza per dare alle stampe il volume “I Castelli dei Rossi nel Parmense”, Edizioni Toriazzi – Parma.

La peculiarità del volume (frutto della tesi Magistrale in “Civiltà antiche e archeologia” discussa nel mese di luglio 2012, con voto 110 e lode, relatore il Prof. Gianluca Bottazzi) è che non punta alla ripresa e presentazione di quanto è già stato pubblicato ma rivolge nuove domande alle fonti edite ed inedite, ai luoghi, agli edifici ed ai loro materiali, così da impostare una storia del tutto nuova degli insediamenti in mano a questa famiglia che notoriamente ebbe il predominio in gran parte del Parmense nel XV secolo.

 Con le fonti disponibili (documento di Sigismondo dell’anno 1413, Estimi del 1415 e del 1462 - questa fonte inedita - e rappresentazione Camera d’Oro) ho svolto un complesso lavoro di analisi che ha portato alla scoperta di diverse novità.

Per quanto riguarda il confronto demografico sui mezzadri, o “villani”, dei Rossi analizzando i dati affidabili degli Estimi, ho costruito una tabella di confronto tra i momenti storici che distano una cinquantina d’anni. Inoltre, osservando i cognomi riportati dalle liste di riscossione si è riscontrata una precisa continuità abitativa di una percentuale notevole di famiglie fedeli ai Rossi. Aggiungendo ai dati già citati anche le informazioni derivanti dallo studio del Greci circa il Quaderno del fattore, ho calcolato, nei limiti, il numero di fedeli dei Rossi nei territori da loro controllati, che ammonterebbe a circa 150 mezzadri.
Un supporto basilare – spiega - è stato chiaramente l’affresco del Bembo della nota Camera d’Oro di Torrechiara, dato iconografico importantissimo che è, a mio avviso, preciso per quanto riguarda la raffigurazione dei castelli (tranne che per le altezze delle torri) ma semplificato per quanto concerne il numero di abitazioni (chiaramente simbolico).
Le novità a livello archeologico non sono meno importanti.
Ho individuato il castello di Sant’Andrea Bagni, finora ritenuto scomparso: ho misurato la base della torre (20 x 12 metri), rettangolare, costruita con muratura a sacco, con paramenti in pietre ordinate per filaretti. La conformazione del rilievo su cui si trovano i resti del castello, coincide perfettamente con l’immagine riportata dal Bembo.
Per quanto riguarda Neviano de’ Rossi, finora, il castello era stato identificato con l’edificio medievale di Selva Smeralda, ma ritengo più probabile che l’antico edificio dei Rossi raffigurato a Torrechiara, sia in località Neviano de’ Rossi, come documentato da una serie di murature quattrocentesche circondate in parte da due ordini di murature difensive troppo imponenti per un semplice nucleo di case.
La terza novità – aggiunge - riguarda Beduzzo, che oltre aver proposto il rilievo archeologico (come per il castello di Bosco), si documenta la base della torre, inglobata ora sotto la canonica del paese.
Per il castello di Basilicanova viene pubblicata per la prima volta una documentazione fotografica accompagnata da una planimetria delle strutture conservate, grazie alla disponibilità del proprietario, l’ex ministro Pietro Lunardi.
Il castello di Roccalanzona, in continuità con il mio lavoro precedente, propone un metodo di studio sulla muraria e sul rilievo di tutti i paramenti, e l’elaborazione di una pianta con l’identificazione dei diversi corpi di fabbrica.
È stato avviato inoltre un lavoro di mensiocronologia del mattone nei castelli di San Secondo, Roccabianca, Noceto, interamente costruiti in laterizio, e nei castelli di Roccalanzona, Segalara e Torrechiara che invece presentano solo alcuni elementi architettonici in mattone. Dai dati ricavati si è potuto concludere che non esisteva un’unica fornace per gli edifici della casata Rossi, ma è invece probabile una certa misura “standard” per il Parmense. È indicativo che l’unico castello, quello di Noceto, che sarà proprietà dei Sanvitale, è l’unico che differisce in modo sostanzioso per quanto riguarda le misure dei laterizi.
Questo mio lavoro, con le sue novità – fa notare - è dunque risultato principalmente una storia degli insediamenti dominati dai Rossi, l’impostazione di una analisi sulla loro dinamica insediativa anche in relazione alla morfologia e alla viabilità.

Concludendo si tratta di un libro unico nel suo genere, che pur trattando la storia e i castelli di una famiglia, che coinvolge nel Parmense ben 13 Comuni di fatto troverà collocazione nella storiografia nazionale”.

Dal mese di agosto sono in corso le presentazioni ed il volume è disponibile, a livello nazionale, degli studiosi e appassionati di storia. Anche questo volume, come la monografia precedente della Cerocchi, “Roccalanzona. Castello, Chiesa e l’Epigrafe del Primo Giubileo” – Parma (2009), sarà presente in diverse e importanti biblioteche universitarie in Europa e negli Stati Uniti.

 

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