1 maggio 2013

L’omicidio di Lodovico Confalonieri, Un fatto di sangue nel castello di Calendasco



di Umberto Battini





Settembre si lascia alle spalle un agosto infuocato, e ancor più per due nobili amanti. Lei, Camilla Confalonieri moglie del cavaliere Lodovico Confalonieri feudatari o di Calendasco; lui il nobile di
Piacenza Antonello de’ Rossi.
In quel 13 settembre del 1572 la mattina ha un tragico epilogo: i due amanti tendono un agguato al Confalonieri ed il de’Rossi con rapide stilettate uccide l’ignaro marito. Immediatamente l’omicida si rifugia in città. La fedigrafa consorte resta al castello inscenando il ritrovamento del marito ucciso da mano ignota! Ma la sorte vuole che l’inquisitore inviato immediatamente a Calendasco dal Duca per indagare sul fatto, dalla bocca dei servi messi sotto torchio viene a conoscenza della tresca e quindi ordina l’arresto della moglie.
Questa nel frattempo con abile mossa cambiando i lussuosi e ingombranti abiti si traveste da uomo e riesce a lasciare il maniero ed a fuggire nella vicina città.
E questo sarà l’epilogo per i due sfortunati amanti che di lì a poco saranno catturati.
Da quel lontano 1572 da oltre quattro secoli la leggenda narra dello spirito del Confalonieri che ogni anno nell’anniversario del suo delitto vaghi nelle sotterranee cantine producendo lugubri rumori.
E come ogni castello che si rispetti, si tramanda la vicenda del pozzo del taglione (che fu riempito di sabbia negli anni quaranta per evitarne il pericolo) e che per secoli fu tremendo luogo di condanna a morte.
Questo accadimento storico si è vestito di questa leggenda che era più facile sentire raccontare dai vecchi del piccolo borgo padano e che merita d’essere conservata in questi tempi che poco vi prestano orecchio.

 

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