21 febbraio 2014

ALLA SCOPERTA DELL’ORFANOTROFIO FEMMINILE E DELLA CHIESA DEL CARMINE DI SORAGNA


di Paolo Panni


Nessun mistero particolare, questa volta, in quello che andiamo a presentare ai nostri lettori. 
Premessa d’obbligo per tutti quanti si accingono a leggere le prossime righe.
E’ bene ricordare che uno degli scopi di Emilia Misteriosa non è solo quello di far conoscere, approfondire e studiare i misteri delle terre emiliane, ma è anche quello di presentare luoghi meno conosciuti, normalmente non accessibili al pubblico. Divenuti, per questo, in qualche modo “misteriosi”.
Oggi è il turno dell’Orfanatrofio femminile  e della chiesa della Beata Vergine del Carmine, detta anche di San Rocco, di Soragna. Luoghi che Emilia Misteriosa ha potuto conoscere, e fotografare, grazie alla disponibilità e alla cortesia del sindaco Salvatore Iaconi Farina.






Partendo dall’Orfanotrofio, questo fu originato dalla beneficenza del marchese Diofebo Meli Lupi con suo atto del 1677. Ebbe sede originaria presso l'oratorio di Santa Croce per ospitare 6 ragazze orfane e povere. Si trasferì quindi, nel 1780, nell'ex convento dei Carmelitani. Il principe Casimiro ne migliorò la sede e così come migliorò le condizioni di vita delle povere orfane. Fu gestito dalle suore Figlie della Croce dal 1862, ed all’inizio del ’900 la direzione passò alle religiose della congregazione Piccole Figlie di Parma che vi rimasero fino al 1960 quando l'orfanotrofio cessò di operare.
Dal 1961 fu sede dell'asilo infantile <Vittorio Emanuele II> ed ospitò pure, per alcuni anni, due sezioni della scuola media.






Oggi l’edificio presenta ancora le caratteristiche classiche di un complesso conventuale, ma è completamente spoglio. Di proprietà dell’amministrazione comunale di Soragna è in attesa di essere riconvertito ad altri scopi.
E’ importante parlare anche del complesso conventuale originario. Sorse insieme all’adiacente chiesa della Beata Vergine del Carmine; fu modificato più volte ed ampliato per creare un comodo soggiorno per i frati.  Venne soppresso nel 1780 ed i suoi beni passarono al Conservatorio delle orfane.







Della chiesa della Beata Vergine del Carmine, detta di San Rocco, siamo invece in grado, come tutti potete osservare, di mostrare le immagini mentre i lavori, voluti dall’Ente proprietario, sono ancora in corso. Una volta ultimati, la chiesa sarà di nuovo fruibile al pubblico. Da evidenziare che I Padri Carmelitani fecero ingresso nel convento fondato dal marchese Diofebo Meli Lupi nel 1640 e, nel 1661 venne edificata l'attuale chiesa. Negli anni successivi il sacro edificio si arricchì di opere d'arte, tra cui il maestoso altare barocco in marmi e statue policromi fatto costruire a Venezia all'inizio del 1700 dallo scultore Alvise Da Cà. I marmi, tra l’altro, giunsero a Soragna attraverso il Po.
In sintesi queste sono le principali “tappe” degli immobili conventuali. Niente fantasmi e niente fenomeni misteriosi, quindi. Restano tuttavia affascinanti, ma non accessibili, i sotterranei della chiesa che conservano ancora ossa di confratelli e consorelle ivi sepolti in distinti sepolcri dinnanzi alla balaustra dell'altare maggiore.


SI RINGRAZIA IL SI SINDACO SALVATORE IACONI FARINA PER LA CORTESIA E LA DISPONIBILITA’.
E SI RINGRAZIA ALTRESI’ LO STORICO E GIORNALISTA LOCALE BRUNO COLOMBI PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE


LE IMMAGINI SONO DI PROPRIETA’ DELL’AUTORE E DELL’ASSOCIAZIONE EMILIA MISTERIOSA. PER UN LORO UTILIZZO E’ NECESSARIO CONTATTARCI. 

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